Intervista agli avvocati dello Studio Internazionale Torrente Vignone

14 April 2023 - SUITEX

Tra i partner consolidati di Suitex Fashion Hub vi è il prestigioso Studio Legale Internazionale Torrente Vignone.

 

All’interno dell’hub supportano i freelance e le start-up nell’affrontare tematiche specifiche del diritto di impresa e nell’ordinaria attività commerciale, utilizzando, ove occorre, le proprie competenze di diritto internazionale.

 

Andiamo a scoprire, nell’intervista di oggi, chi sono le due socie fondatrici, Alessandra Vignone e Grazia Torrente, ripercorrendo alcuni passi della loro carriera e cercando di comprendere quali siano i principali tipi di rischi che ogni professionista e imprenditore deve prevedere per anticipare delle problematiche legali più insidiose.


Ciao Grazia, Ciao Alessandra! Ci raccontate la vostra storia professionale?

 

Alessandra: Sono un avvocato abilitata in Italia e in Francia. Ho iniziato la pratica in un piccolo studio di provincia “generalista”, dove mi sono occupata di diritto civile e poi ho fatto esperienza prima a Nizza e poi a Milano in un grosso studio legale internazionale, che mi ha consentito di fare anche una esperienza di lavoro a Londra. Successivamente, ho seguito un master in arbitrato commerciale internazionale alla Queen Mary University di Londra. Ho conosciuto la mia socia Grazia nel 2001 presso lo studio internazionale in cui entrambe lavoravamo e poi dopo avere lavorato in team per diversi anni nel 2010 abbiamo fondato il nostro studio.

 

Grazia: la mia passione per il diritto internazionale e per la consulenza aziendale mi hanno guidato lungo tutto il percorso professionale. Dopo la laurea non mi vedevo proprio a svolgere la mia attività nelle cause civili lunghe e molto diverse dalle rappresentazioni entusiasmanti nei film di Hollywood! Così ho conseguito, dapprima, una specializzazione in corporate law con un Master alla Bocconi e poi ho avuto la fortuna di lavorare in uno studio in un network inglese del c.d. “magic circle” per più di 10 anni, con un anno presso la sede di Londra. Sono anch’io arbitro internazionale dopo due anni di Master alla Queen University di Londra e con Alessandra abbiamo condiviso gran parte del percorso lavorativo fino al nostro studio costituito insieme dal 2010.


Quando e perché avete deciso di specializzarvi e lavorare in un settore ben preciso?

 

Alessandra: già nello studio legale internazionale dove collaboravamo ci occupavamo di contrattualista nazionale ed internazionale e di trasporto e logistica. Poi, nel tempo abbiamo iniziato ad assistere aziende del fashion sia piccole medie sia internazionali e abbiamo compreso le esigenze di questo settore, dove molto spesso essendo concentrati nella valorizzazione dei marchi, non vengono trattati con cura gli aspetti legali e contrattuali e considerati i rischi che si presentano nei rapporti con i clienti ed i fornitori .

 

Grazia: Siamo state spinte a fondare un nostro studio proprio dal nostro desiderio di specializzarci in ambiti specifici, in particolare il diritto che riguarda il Fashion e il settore trasversale della Logistica, perché crediamo che l’avvocato d’impresa debba conoscere a fondo il business dei propri clienti per poter fornire, non solo, pareristica legale ma anche strumenti operativi che aiutino in concreto l’imprenditore ad operare sul campo.


Quando vi siete conosciute e come è nata l’esigenza di fondare insieme uno studio legale con questa impronta specifica?

 

Siamo due persone complementari e  accomunate dagli stessi valori. Abbiamo fondato il nostro studio legale per mettere a disposizione delle aziende la nostra competenza acquisita presso grossi studi, ma in un ambito più “user-friendly” che ci consente l’accompagnamento dei nostri clienti nello sviluppo del loro “business”, la cura e presenza costante oltre che il contenimento dei costi per andare incontro ai loro budget.


Quali sono i caratteri distintivi del vostro stile di lavoro?

 

Lavoriamo a stretto gomito con il cliente per individuare i suoi obiettivi di “business” e raggiungerli con le modalità più adatte alla sua realtà aziendale.   Abbiamo sperimentato che gli imprenditori hanno necessità di conoscere i rischi delle attività che intraprendono per poi decidere il tipo di tutela giuridica a loro più congeniale. A volte, ciò significherà sacrificare clausole contrattuali in vista di cogliere le opportunità commerciali, assumendo i rischi. In altri casi, invece, sarà raccomandabile predisporre misure di tutela maggiori in presenza di scelte aziendali che espongono la società a rischi eccessivi.


Avete una forte esperienza nel supporto alle aziende del Fashion, anche Retail. Ci fate alcuni esempi di casi che avete seguito?

 

Ci stiamo occupando di seguire la negoziazione di contratti di sviluppo software e tecnologia di Intelligenza Artificiale che i nostri clienti del fashion hanno avviato per la creazione di software dedicati.

 

Abbiamo predisposto la documentazione legale per l’avvio di e-commerce tramite il sito internet per la vendita di abbigliamento, vendita di gioielli e prodotti di bellezza e cura dei capelli con una attenzione particolare alla normativa della privacy e tutela del consumatore.

 

Forniamo correntemente assistenza a varie imprese del fashion che producono abbigliamento, calzature e accessori per la redazione e negoziazione dei contratti di fornitura di servizi logistici e di trasporto, per la sostituzione dei fornitori e per i tender per la ricerca dei fornitori in tale settore.


Quali sono i principali consigli che vi sentite di dare ai professionisti freelance del nostro settore?

 

Senz’altro di porsi sul mercato in modo strutturato, ossia dotati con un modello contrattuale da proporre alle aziende che li ingaggiano. In questo modo, il freelance può dare una immagine di sé come di un soggetto organizzato, affidabile e serio. Inoltre, si evitano fraintendimenti con gli eventuali partner commerciali e problemi che potrebbero rallentare il progetto e creare ostacoli nello svolgimento del proprio lavoro.

 

Il freelance deve fare attenzione a tutelare il proprio lavoro e quindi munirsi di un accordo di riservatezza da fare firmare a chi propone il proprio progetto al fine di proteggere i suoi diritti di proprietà intellettuale.


Quali consigli si possono dare invece a chi ha una start-up o ha intenzione di avviarla?

 

Le start-up hanno l’esigenza di mettersi sul mercato velocemente, avere finanziamenti e crearsi rapporti commerciali sia lato clientela sia lato fornitori, il tutto non potendo avere grandi consulenze.

 

Consigliamo, in prima battuta, di confrontarsi con altri imprenditori e operatori del Fashion per scambiarsi esperienze e avere informazioni. Ciò aiuta, ad esempio, a scegliere attentamente i partner, per non rischiare di vincolarsi a contratti “capestro”, fidandosi di promesse di business prive di una base realistica. La consulenza legale sarebbe opportuna per le contrattualistiche principali. Tuttavia, dovendo contenere i costi, è necessario operare delle scelte di priorità, rivolgendosi all’avvocato solo per i rapporti di collaborazione più importanti per tutelarsi, ad esempio, dai concorrenti.

 

Per chi intende avviare una start-up è essenziale capire in anticipo se il proprio prodotto risponda alle caratteristiche che richiedono i finanziatori, così da far in tempo, nel caso, ad apportare le necessarie variazioni. Anche esplorare la possibilità di usufruire di benefici come quelli conferiti dalla natura di start-up “innovativa” è molto utile.

 

Grazie mille!

 

www.torrentevignone.com